Altri 5 segnali che glorifichi te stesso
Da Libri e Sermoni Biblici.
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- | {{info|5 More Signs You Glorify Self}}<br> La scorsa settimana abbiamo osservato 5 modi in cui il perseguire la glorificazione di se stessi influenza il proprio ministero. Eccovi altri 5 segnali di avvertimento da tenere in considerazione nel tentativo di perseguire la saggezza e la santità. Possa Dio utilizzare anche questi segni per innalzare il tuo cuore e indirizzare il tuo ministero. L'autoglorificazione ti porterà a: '''6. Preoccuparti troppo poco di quello che la gente pensa di te.''' Se pensi di essere arrivato, sei talmente sicuro di te che semplicemente non ritieni che gli altri possano giudicare i tuoi pensieri, idee, azioni, parole, progetti, obiettivi, atteggiamenti o iniziative. Non credi davvero di aver bisogno di aiuto. Fai da solo quello che andrebbe fatto in gruppo. E quando lavori in gruppo, tendi a circondarti di persone fin troppo impressionate da te o fin troppo eccitate dall'essere state coinvolte, che non farannno altro che dirti di "sì". Hai dimenticato chi sei e di cosa ahi bisogno di giorno in giorno, secondo il tuo Salvatore. Vivi in una situazione pericolosa sia per te stesso, che per il tuo ministero. '''7. Evitare di affrontare e ammettete i tuoi peccati, le tue debolezze e i tuoi fallimenti.''' Perché alcuni di noi si preoccupano o si agitano, quando vengono confrontati? Perché alcuni di noi attivano il loro “avvocato” interiore, innalzandolo a loro difesa? Perché alcuni di noi ribaltano le situazioni, ricordando agli altri che noi non sono i soli peccatori presenti? Perché discutiamo delle ovvietà e contestiamo le interpretazioni altrui? Ci comportiamo così, perché siamo convinti di essere più meritevoli degli altri. Le persone orgogliose non accettano un amorevole avvertimento, un rimprovero, un confronto, una critica, né una responsabilità. E quando falliscono sono molto bravi nel costruirsi ragioni plausibili, che quello che hanno detto o fatto è dovuto a tensioni nella situazione o nei rapporti. Sei pronto ad ammettere le tue debolezze? Sei disposto a confessare i tuoi fallimenti davanti a Dio e ad altri? Sei incline ad affrontare le tue fragilità con umiltà? Ricordati che, se anche un collega del ministero, con i suoi occhi o le sue orecchie, dovesse mai venire a conoscenza di un tuo peccato, una tua debolezza o un tuo fallimento, ciò non rappresenterebbe né una scocciatura, né un'intereferenza nel tuo ministero e non verrebbe mai visto come un oltraggio. Si tratta sempre della grazia. È perché Dio ti ama che ti ha messo in quella comunità di fede e rivelerà i tuoi bisogni spirituali a coloro che ti circondano, per far sì che siano i Suoi strumenti di persuasione, aiuto e conversione. '''8. Contrastare le benedizioni altrui.''' L'autoglorificazione è sempre alla base dell’invidia. Sei invidioso delle benedizioni che altri ricevono, in quanto li ritieni meno degni di te. Dal momento che ti consideri più lodevole, non puoi fare a meno di infuriati quando altri ottengono ciò che meriteresti tu e ti è quasi impossibile non agognare e bramare quello di cui godono loro ingiustamente. Con questa invidiosa autoglorificazione stai addirittura accusando Dio di essere ingiusto e scorretto. Senza rendertene conto, comincerai tranquillamente a dubitare della Sua saggezza, della Sua imparzialità e della Sua bontà. Penserai che non sia stato gentile con te, come meritavi. E tutto ciò comincerà a privarti dell'incentivo per agire nel modo giusto, in quanto non farà alcuna differenza. È fondamentale riconoscere che il passo tra l’invidia e l’amarezza è breve. Ecco perché l’invidioso Asaf, in Salmo 73:13, grida: “Invano dunque ho purificato il mio cuore, e ho lavato le mie mani nell’innocenza!" Sta dicendo: "ho obbedito, e questo è quello che ho ottenuto?" Poi scrive: "Quando il mio cuore era amareggiato e io mi sentivo trafitto internamente, ero insensato e senza intelligenza, io ero di fronte a te come una bestia". Che immagine di parole --- una bestia amara! Ho incontrato molti pastori amareggiati, uomini convinti di aver subito avversià<span style="line-height: 1.5em;"> che davvero non meritavano. Ho incontrato molti pastori risentiti, che invidiavano i ministeri altrui e che avevano perso la motivazione e la gioia. Ho incontrato molti pastori che sono arrivati a dubitare della bontà di Dio. E nel momento del bisogno, di solito, non ci rivolgiamo in cerca d'aiuto a chi abbiamo finito per mettere in discussione.</span> '''9. Essere più propenso a sistemarti, piuttosto che all'assoggettarti. ''' L'autoglorificazione ti renderà sempre più propenso verso il ruolo, il potere, e la posizione, piuttosto che all'assoggettamento al volere del Re. Questo lo si può osservare nella vita dei discepoli. Gesù non li chiamò a sé per avverare i loro piccoli desideri di dominio, ma per accoglierli come destinatari e strumenti di un regno migliore. Ciò nonostante, per colpa del loro orgoglio, hanno perso di vista il nocciolo della questione. Erano tutti troppo concentrati a capire chi sarebbe stato il più importante nel regno. Non potrai mai adempiere alla tua vocazione di ambasciatore e desiderare il potere e il ruolo di re. Il tendere a una posizione ti porterà a essere un politico, quando dovresti essere un pastore. Ti porterà a richiedere assistenza, quando dovresti essere tu disposto ad assistere. Ti porterà a esigere che altri facciano ciò che tu non sei disposto a fare. Ti porterà a richiedere privilegi, quando dovresti essere disposto a rinunciare ai tuoi diritti. Ti porterà a pensare troppo a quale effetto hanno le cose su di te, anziché pensare a come si riflettono su Cristo. Ti porterà a stabilirti da solo le tue priorità, piuttosto che gioire nel sottometterti alle priorità di un Altro. L'autoglorificazione trasforma coloro che sono stati scelti e chiamati per essere ambasciatori, in sedicenti re. '''10. Controllare il ministero, piuttosto che delegarlo.''' Quando sei superbo e troppo sicuro di te, tendi a considerarti la persona più abile all'interno del tuo ministero. Ti sarà, quindi, difficile riconoscere e stimare i talenti donati da Dio agli altri e, così facendo, difficilmente renderai il tuo ministero un processo comunitario. Apprezzarsi più del dovuto, porta sempre a guardare gli altri dall'alto in basso. L’umiltà personale e il bisogno ti porteranno a scovare e a tenere in considerazione i doni e i contributi degli altri. I pastori che pensano di essere arrivati, tendono a vedere il delegare come una perdita di tempo. Nei loro cuori pensano: ''perché dovrei passare a un altro quello che posso fare io meglio''? L'orgoglio pastorale rovina la condivisione del ministero e il ministero fondamentale del corpo di Cristo. '''Rammarico personale e rimorso''' Devo ammettere di aver scritto questi ammonimenti per rammarico personale e rimorso. Per colpa della spaventosa autoglorificazione, in diversi momenti del mio minister, sono caduto in tutte queste trappole. Ho dominato, quando avrei dovuto ascoltare. Ho controllato, quello che avrei dovuto dare agli altri. Sono stato sulla difensiva, quando avrei avuto un disperato bisogno di essere rimproverato. Ho respinto l’aiuto, quando avrei dovuto gridare per ottenerlo. Sono stato troppo sicuro delle mie opinioni e troppo sprezzante dei punti di vista altrui. Mi rattristisco ripensando ai miei innumerevoli anni di ministero, ma io non sono avvilito. Perché nonostante tutte le mie debolezze, Dio con la Sua straordinaria grazia mi ha salvato e rigenerato più e più volte. Mi ha progressivamente liberato da me stesso (lavoro che è ancora in corso). Essendo stato combattuto tra il mio regno e quello di Dio, sono stato miracolosamente utile nelle vite di molti altri. Con amore, Lui ha faticato ad ammaccare e deturpare la mia gloria, per far sì che la Sua diventasse il mio piaciere. Ha saccheggiato il mio regno, cosicché il Suo diventasse la mia gioia. E ha schiacciato sooto i suoi piedi la mia corona, affinché implorassi di essere ambasciatore e non bramassi di essere re. In questa impetuosa misericordia c'è speranza per tutti. Nostro Signore non è solo in cerca del successo del tuo ministero, ma si sta anche adoperando per detronizzarti. Solo quando il Suo trono sarà più importante del tuo, proverai gioia nell'eseguire i difficili e umili compiti del ministero evangelico. La Sua grazia non diminuirà, fino a quando i nostri cuori saranno completamente conquistati dalla Sua gloria. Ecco una buona notizia! | + | {{info|5 More Signs You Glorify Self}}<br> La scorsa settimana abbiamo osservato 5 modi in cui il perseguire la glorificazione di se stessi influenza il proprio ministero. Eccovi altri 5 segnali di avvertimento da tenere in considerazione nel tentativo di perseguire la saggezza e la santità. Possa Dio utilizzare anche questi segni per innalzare il tuo cuore e indirizzare il tuo ministero. |
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+ | L’umiltà personale e il bisogno ti porteranno a scovare e a tenere in considerazione i doni e i contributi degli altri. I pastori che pensano di essere arrivati, tendono a vedere il delegare come una perdita di tempo. Nei loro cuori pensano: ''perché dovrei passare a un altro quello che posso fare io meglio''? L'orgoglio pastorale rovina la condivisione del ministero e il ministero fondamentale del corpo di Cristo. | ||
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+ | In questa impetuosa misericordia c'è speranza per tutti. Nostro Signore non è solo in cerca del successo del tuo ministero, ma si sta anche adoperando per detronizzarti. Solo quando il Suo trono sarà più importante del tuo, proverai gioia nell'eseguire i difficili e umili compiti del ministero evangelico. La Sua grazia non diminuirà, fino a quando i nostri cuori saranno completamente conquistati dalla Sua gloria. Ecco una buona notizia! |
Versione delle 10:28, 5 apr 2013
Di Paul Tripp su Il Ministero Pastorale
Traduzione di Antonella Frappampina
La scorsa settimana abbiamo osservato 5 modi in cui il perseguire la glorificazione di se stessi influenza il proprio ministero. Eccovi altri 5 segnali di avvertimento da tenere in considerazione nel tentativo di perseguire la saggezza e la santità. Possa Dio utilizzare anche questi segni per innalzare il tuo cuore e indirizzare il tuo ministero.
L'autoglorificazione ti porterà a:
6. Preoccuparti troppo poco di quello che la gente pensa di te.
Se pensi di essere arrivato, sei talmente sicuro di te che semplicemente non ritieni che gli altri possano giudicare i tuoi pensieri, idee, azioni, parole, progetti, obiettivi, atteggiamenti o iniziative. Non credi davvero di aver bisogno di aiuto. Fai da solo quello che andrebbe fatto in gruppo. E quando lavori in gruppo, tendi a circondarti di persone fin troppo impressionate da te o fin troppo eccitate dall'essere state coinvolte, che non farannno altro che dirti di "sì". Hai dimenticato chi sei e di cosa ahi bisogno di giorno in giorno, secondo il tuo Salvatore. Vivi in una situazione pericolosa sia per te stesso, che per il tuo ministero.
7. Evitare di affrontare e ammettete i tuoi peccati, le tue debolezze e i tuoi fallimenti.
Perché alcuni di noi si preoccupano o si agitano, quando vengono confrontati? Perché alcuni di noi attivano il loro “avvocato” interiore, innalzandolo a loro difesa? Perché alcuni di noi ribaltano le situazioni, ricordando agli altri che noi non sono i soli peccatori presenti? Perché discutiamo delle ovvietà e contestiamo le interpretazioni altrui? Ci comportiamo così, perché siamo convinti di essere più meritevoli degli altri. Le persone orgogliose non accettano un amorevole avvertimento, un rimprovero, un confronto, una critica, né una responsabilità. E quando falliscono sono molto bravi nel costruirsi ragioni plausibili, che quello che hanno detto o fatto è dovuto a tensioni nella situazione o nei rapporti.
Sei pronto ad ammettere le tue debolezze? Sei disposto a confessare i tuoi fallimenti davanti a Dio e ad altri? Sei incline ad affrontare le tue fragilità con umiltà? Ricordati che, se anche un collega del ministero, con i suoi occhi o le sue orecchie, dovesse mai venire a conoscenza di un tuo peccato, una tua debolezza o un tuo fallimento, ciò non rappresenterebbe né una scocciatura, né un'intereferenza nel tuo ministero e non verrebbe mai visto come un oltraggio. Si tratta sempre della grazia. È perché Dio ti ama che ti ha messo in quella comunità di fede e rivelerà i tuoi bisogni spirituali a coloro che ti circondano, per far sì che siano i Suoi strumenti di persuasione, aiuto e conversione.
8. Contrastare le benedizioni altrui.
L'autoglorificazione è sempre alla base dell’invidia. Sei invidioso delle benedizioni che altri ricevono, in quanto li ritieni meno degni di te. Dal momento che ti consideri più lodevole, non puoi fare a meno di infuriati quando altri ottengono ciò che meriteresti tu e ti è quasi impossibile non agognare e bramare quello di cui godono loro ingiustamente. Con questa invidiosa autoglorificazione stai addirittura accusando Dio di essere ingiusto e scorretto. Senza rendertene conto, comincerai tranquillamente a dubitare della Sua saggezza, della Sua imparzialità e della Sua bontà. Penserai che non sia stato gentile con te, come meritavi. E tutto ciò comincerà a privarti dell'incentivo per agire nel modo giusto, in quanto non farà alcuna differenza. È fondamentale riconoscere che il passo tra l’invidia e l’amarezza è breve. Ecco perché l’invidioso Asaf, in Salmo 73:13, grida: “Invano dunque ho purificato il mio cuore, e ho lavato le mie mani nell’innocenza!" Sta dicendo: "ho obbedito, e questo è quello che ho ottenuto?" Poi scrive: "Quando il mio cuore era amareggiato e io mi sentivo trafitto internamente, ero insensato e senza intelligenza, io ero di fronte a te come una bestia". Che immagine di parole --- una bestia amara!
Ho incontrato molti pastori amareggiati, uomini convinti di aver subito avversià che davvero non meritavano. Ho incontrato molti pastori risentiti, che invidiavano i ministeri altrui e che avevano perso la motivazione e la gioia. Ho incontrato molti pastori che sono arrivati a dubitare della bontà di Dio. E nel momento del bisogno, di solito, non ci rivolgiamo in cerca d'aiuto a chi abbiamo finito per mettere in discussione.
9. Essere più propenso a sistemarti, piuttosto che all'assoggettarti.
L'autoglorificazione ti renderà sempre più propenso verso il ruolo, il potere, e la posizione, piuttosto che all'assoggettamento al volere del Re. Questo lo si può osservare nella vita dei discepoli. Gesù non li chiamò a sé per avverare i loro piccoli desideri di dominio, ma per accoglierli come destinatari e strumenti di un regno migliore. Ciò nonostante, per colpa del loro orgoglio, hanno perso di vista il nocciolo della questione. Erano tutti troppo concentrati a capire chi sarebbe stato il più importante nel regno.
Non potrai mai adempiere alla tua vocazione di ambasciatore e desiderare il potere e il ruolo di re. Il tendere a una posizione ti porterà a essere un politico, quando dovresti essere un pastore. Ti porterà a richiedere assistenza, quando dovresti essere tu disposto ad assistere. Ti porterà a esigere che altri facciano ciò che tu non sei disposto a fare. Ti porterà a richiedere privilegi, quando dovresti essere disposto a rinunciare ai tuoi diritti. Ti porterà a pensare troppo a quale effetto hanno le cose su di te, anziché pensare a come si riflettono su Cristo. Ti porterà a stabilirti da solo le tue priorità, piuttosto che gioire nel sottometterti alle priorità di un Altro. L'autoglorificazione trasforma coloro che sono stati scelti e chiamati per essere ambasciatori, in sedicenti re.
10. Controllare il ministero, piuttosto che delegarlo.
Quando sei superbo e troppo sicuro di te, tendi a considerarti la persona più abile all'interno del tuo ministero. Ti sarà, quindi, difficile riconoscere e stimare i talenti donati da Dio agli altri e, così facendo, difficilmente renderai il tuo ministero un processo comunitario. Apprezzarsi più del dovuto, porta sempre a guardare gli altri dall'alto in basso.
L’umiltà personale e il bisogno ti porteranno a scovare e a tenere in considerazione i doni e i contributi degli altri. I pastori che pensano di essere arrivati, tendono a vedere il delegare come una perdita di tempo. Nei loro cuori pensano: perché dovrei passare a un altro quello che posso fare io meglio? L'orgoglio pastorale rovina la condivisione del ministero e il ministero fondamentale del corpo di Cristo.
Rammarico personale e rimorso
Devo ammettere di aver scritto questi ammonimenti per rammarico personale e rimorso. Per colpa della spaventosa autoglorificazione, in diversi momenti del mio minister, sono caduto in tutte queste trappole. Ho dominato, quando avrei dovuto ascoltare. Ho controllato, quello che avrei dovuto dare agli altri. Sono stato sulla difensiva, quando avrei avuto un disperato bisogno di essere rimproverato. Ho respinto l’aiuto, quando avrei dovuto gridare per ottenerlo. Sono stato troppo sicuro delle mie opinioni e troppo sprezzante dei punti di vista altrui.
Mi rattristisco ripensando ai miei innumerevoli anni di ministero, ma io non sono avvilito. Perché nonostante tutte le mie debolezze, Dio con la Sua straordinaria grazia mi ha salvato e rigenerato più e più volte. Mi ha progressivamente liberato da me stesso (lavoro che è ancora in corso). Essendo stato combattuto tra il mio regno e quello di Dio, sono stato miracolosamente utile nelle vite di molti altri. Con amore, Lui ha faticato ad ammaccare e deturpare la mia gloria, per far sì che la Sua diventasse il mio piaciere. Ha saccheggiato il mio regno, cosicché il Suo diventasse la mia gioia. E ha schiacciato sooto i suoi piedi la mia corona, affinché implorassi di essere ambasciatore e non bramassi di essere re.
In questa impetuosa misericordia c'è speranza per tutti. Nostro Signore non è solo in cerca del successo del tuo ministero, ma si sta anche adoperando per detronizzarti. Solo quando il Suo trono sarà più importante del tuo, proverai gioia nell'eseguire i difficili e umili compiti del ministero evangelico. La Sua grazia non diminuirà, fino a quando i nostri cuori saranno completamente conquistati dalla Sua gloria. Ecco una buona notizia!